Chirurgia della mano

DITO A SCATTO

Come risolvere il problema senza ricorrere alla chirurgia

La tenosinovite stenosante, comunemente nota come dito a scatto, è dovuta alla formazione, lungo un tendine flessore, di un nodulo o un rigonfiamento conseguentemente ad uno stato infiammatorio.  Questo impedisce il normale scivolamento del tendine nel suo passaggio al di sotto di un arco fibroso, detto puleggia, che ha la funzione di mantenere il tendine vicino al piano osseo.

Ne deriva pertanto un movimento irregolare del dito: durante la flessione e l’estensione si avverte infatti uno scatto in genere associato a dolore. Con l’aggravarsi della patologia il dito può bloccarsi in posizione piegata ed occorre intervenire con l’altra mano per riportarlo nella posizione naturale.

Questa patologia colpisce prevalentemente adulti fra i 40 e i 60 anni, con un’incidenza maggiore nel sesso femminile rispetto a quello maschile e può interessare senza preferenza qualsiasi dito della mano.

Questa patologia si può curare chirurgicamente con un intervento effettuato in anestesia locale che consiste nell’apertura della puleggia che impedisce il corretto scorrimento del tendine.

Esiste però anche una tecnica molto efficace, non chirurgica che unisce l’applicazione di un nastro medicale alla base del dito che lavora in sinergia con la puleggia infiammata riducendone il lavoro, l’utilizzo durante la notte di cerotti antinfiammatori sull’area interessata e la terapia infiltrativa cortisonica ogni 2/3 settimane: l’associazione di queste terapie consente nella maggioranza dei casi la cura e la guarigione della patologia senza ricorrere all’intervento tradizionale.

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