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L’endometriosi e una patologia ginecologica spesso asintomatica, molto frequente nella popolazione e si calcola che possa interessare il 10-20% delle donne in eta fertile.
Tra i suoi sintomi, include un forte dolore mestruale ed e una malattia debilitante spesso ignota anche da parte di chi ne soffre.
La diagnosi richiederebbe 7-8 anni a causa della sintomatologia subdola, spesso confusa con altri disturbi.
In Italia a soffrirne sarebbero 3 milioni, molte non diagnosticate
Il protocollo diagnostico per la malattia prevede anche l’analisi del sangue in laboratorio: si ricercano marcatori antigeni sierici (Ca 125 , Ca 19.9, …) che, in caso di positività, danno la certezza di malattia endometriosica. Tuttavia, in caso di negatività non c’è certezza che non sia presente la malattia, in quanto circa il 50% dei pazienti affetti dalla endometriosi risultano negativi ai marcatori sierici. La positività, infatti, non e costante e non e presente in tutti i pazienti.
L’endometriosi si può differenziare perché:
L’endometriosi si può differenziare perché:
Dolorosa: Il dolore è il primo campanello di allarme dell’endometriosi. Infatti, le donne che iniziano ad accusare una intensa sintomatologia dolorosa sintomi che, a volte, non si risolvono neppure con antidolorifici e/o antispastici, dovrebbero prontamente rivolgersi allo specialista per una visita ginecologica.
Asintomatica: forse la più insidiosa, in assenza di evidente progressione della patologia è sconsigliato un trattamento medico.
Importante però è il monitoraggio una volta scoperta la presenza di endometriosi. Il rischio che da asintomatica diventi sintomatica o progredisca, comunque risulta davvero basso.
L’endometriosi è nota per compromettere la fertilità ma i meccanismi di infertilità associati all’endometriosi sono incerti e probabilmente dipendono, in parte, dallo stadio della malattia.
C’è da precisare che la diagnosi di endometriosi NON comporta necessariamente infertilità. Sono infatti molte le storie di donne con endometriosi che non presentano problemi al concepimento, ma può indubbiamente rappresentare un FATTORE DI RISCHIO
La definizione dello stadio di malattia è possibile durante un intervento chirurgico e utilizza il sistema dell’American Society of Reproductive Medicine (ASRM). si definiscono 4 stadi di malattia.
Lo spettro della malattia varia dalla minima presenza di tessuto endometriosico a una grave distorsione anatomica (endometriomi ovarici profondi, aderenze pelviche maggiori con cancellazione delle normali relazioni con organi pelvici).
- Endometriosi di stadio I (minima) o II (lieve) può essere identificata durante una valutazione per infertilirà e non è chiaro se la malattia in fase iniziale sia la causa dell’infertilità in queste donne. Si ipotizza che l’endometriosi minima/lieve sia associata a una risposta infiammatoria che può compromette la funzione ovarica, peritoneale, tubarica ed endometriale e porta a follicologenesi, fecondazione e/o impianto difettosi.
- L’endometriosi avanzata (malattia di stadio III o IV) si associa ad una anatomia pelvica distorta e alla presenza di aderenze. Questi cambiamenti possono compromettere il rilascio o il prelievo di ovociti, alterare la motilità degli spermatozoi, causare contrazioni miometriche disordinate e compromettere la fecondazione e il trasporto degli embrioni. Probabilmente contribuiscono anche i meccanismi infiammatori discussi poco fa’ per le malattie lievi/moderate.
E quindi molto importante escludere la diagnosi di endometriosi nelle coppie che desiderano una gravidanza che purtroppo non arriva.
Per una diagnosi completa affidati ai nostri specialisti in ginecologia.