La misurazione della vista per individuare o correggere un difetto visivo mediante prescrizione di lenti può essere paragonata alla punta di un iceberg: rappresenta la sua parte conosciuta, ma non certo quella più significativa. L’occhio ha una struttura complessa e delicata, solo la visita oculistica consente di verificarne lo stato di salute e identificare precocemente fragilità o processi degenerativi che, presi in tempo, sono trattabili con successo.
La visita oculistica si compone di:
- Anamnesi: l’oculista raccoglie le informazioni sulla storia clinica e familiare del paziente, sia per patologie di carattere generale che per disturbi specifici. L’anamnesi serve per collocare eventualmente un disturbo visivo nel quadro di una patologia che possa determinare il disturbo stesso, come ad esempio il diabete
- Misurazione dell’acutezza visiva, per verificare l’eventuale necessità di lenti correttive per raggiungere la migliore prestazione possibile
- Esame delle strutture oculari anteriori (palpebre, congiuntiva, cornea, iride, cristallino) attraverso la lampada a fessura
- Tonometria, cioè la misurazione della pressione interna dell’occhio, un esame rapido e indolore. Al paziente viene somministrato un collirio anestetico che consente di appoggiare leggermente sulla cornea un piccolo cono di materiale plastico e di rilevare il valore pressorio.
La tonometria è esame indolore che misura la pressione intraoculare (tono) e che viene eseguito di routine ad ogni paziente mediante pneumotonometro (no touch, per evitare il rischio infezioni). - Esame del fondo oculare (o fundus oculi), ovvero delle parti dell’occhio situate posteriormente al cristallino (corpo vitreo e retina, nelle sue componenti centrali e periferiche, nervo ottico, albero vascolare retinico). Per esplorare queste strutture è spesso necessario dilatare la pupilla instillando alcune gocce di collirio apposito che agisce dopo 10-15 minuti.
- OCT La tomografia a coerenza ottica è un esame non invasivo che consente di ottenere immagini dello spessore della retina, come farebbe una TAC. È una tecnica che utilizza un principio simile a quello dell’ecografia, sfruttando onde luminose anziché acustiche e non usa quindi raggi come nelle radiografie. Fornisce immagini ad alta risoluzione di sezioni della retina, permettendo diagnosi e controllo di molte patologie retiniche, quali degenerazione maculare legata all’età, pucker maculare, foro maculare, retinopatie, emorragie maculari, ecc. offrendo dati sia qualitativi che quantitativi. L’interferometro OCT rileva elettronicamente la reazione della retina alla luce (riflettività ottica). Il paziente deve semplicemente fissare un punto di luce dentro lo strumento.
- L’ANGIOGRAFIA OCT (OCTA) grazie ad un’innovativa tecnica di imaging, aumenta le già notevoli possibilità diagnostiche dell’OCT, fornendo informazioni anche sulla rete vascolare. Offre una rappresentazione tridimensionale, permettendo una visualizzazione delle diverse reti capillari.
- L’OCT Macula e del nervo ottico (tomografia ottica a radiazione coerente) permette di ottenere immagini ad alta risoluzione di scansioni a strati della cornea, della parte centrale della retina (macula) e della testa del nervo ottico (papilla). Viene eseguito per diagnosticare una patologia della cornea, della retina o del nervo ottico, e per monitorarne l’evoluzione nel tempo.
- RETINOGRAFIA a colori: è un esame fotografico che indaga lo stato della retina. A differenza della fluorangiografia, non richiede la dilatazione della pupilla né l’uso di coloranti.
- PACHIMETRIA CONEALE: per valutare lo spessore della cornea e tarare di conseguenza il tonometro. L’esame si esegue in modo rapido e con minimo disagio per chi vi si sottopone, ma richiede sofisticate apparecchiature.
- CAMPO VISIVO detto anche CAMPIMETRO COMPUTERIZZATO oppure PERIMETRIA: permette di valutare l’ampiezza dello spazio visivo percepito dal paziente. Utilizzato per la diagnosi di eventuali alterazioni o deficit causate da glaucoma, diabete e malattie della retina e per valutare l’eventuale presenza di alterazioni della sensibilità retinica o di alterazioni a carico del nervo ottico. Inoltre costituisce un esame diagnostico molto importante anche in campo neurologico, consentendo allo specialista di visualizzare eventuali danni alle vie ottiche retro-bulbari e alla corteccia visiva che possono essere stati causati da patologie neurologiche, ischemiche, tumorali o traumatiche. Attraverso il campimetro costituito da una cupola con uno sfondo bianco sul quale vengono proiettati stimoli luminosi di varia intensità, il paziente deve azionare un pulsante ogni qualvolta percepisce lo stimolo. Non è un esame invasivo, non provoca alcuna sofferenza e richiede solo una certa attenzione. Pertanto non presenta rischi né vi sono controindicazioni alla sua esecuzione. I risultati sono disponibili già al termine dell’esame.
Al termine della visita, l’oculista emette una diagnosi e determina la terapia più opportuna che potrà essere rappresentata da una prescrizione di lenti, di farmaci (colliri) o dalla proposta di una soluzione chirurgica.
L’ambulatorio di Oculistica è attrezzato per il monitoraggio di tutte le problematiche dell’occhio: cataratta, retinopatie, glaucoma, oltre che per tutti i difetti visivi e di refrazione.